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Ad Amsterdam, nell'Olanda occupata dai nazisti, Anna, una giovane ragazza di origine ebraica, riceve un diario come regalo per il suo tredicesimo compleanno. È il 12 giugno 1942. Subito la sua vita cambia: per sfuggire ai rastrellamenti nazisti si trasferisce – con la sua famiglia, i Van Dann e il dottor Dussel – in un alloggio segreto preparato da tempo nella casa in cui il padre aveva l'ufficio. Per Anna il diario è un amico a cui affidare i suoi pensieri; descrive con ironia e sarcasmo le situazioni che vive, le persone che con lei sono costrette alla clandestinità.
La straordinaria forza del Diario di Anna sta proprio nello stridente contrasto che ci fa vivere: da un lato il racconto della sua crescita, dei suoi sogni, dei suoi progetti e di quello che prova (tristezza e gioia, odio e amore, collera e noia, risentimento e affetto, paura e speranza…), dall'altro la descrizione delle crudeltà e delle sofferenze inflitte al popolo ebraico dal regime nazista.
Anna Frank nasce il 12 giugno 1929 a Francoforte sul Meno in Germania. Nel 1933, in seguito all'intensificarsi dell'odio nazista nei confronti del popolo ebraico, il padre decide di trasferire la sua attività lavorativa ad Amsterdam. Nel maggio del 1940 i tedeschi invadono e occupano l'Olanda, imponendo anche lì provvedimenti antiebraici: prima la limitazione delle libertà individuali e la segregazione razziale, poi la deportazione e lo sterminio. Nel luglio del 1942 la situazione peggiora e la famiglia si nasconde in un alloggio segreto dove vive fino al giorno dell'arresto, il 4 agosto 1944; è il periodo documentato dal diario. Anna viene deportata dapprima ad Auschwitz, poi a Bergen-Belsen, dove muore di tifo nel marzo del 1945.