Mi chiedo perché è un’opera che nasce dalla raccolta di un insieme di racconti molto organico, un corpus a sé stante, nato in tempi relativamente ravvicinati tra loro. I racconti sono stati però raccolti dall’autrice, un’insegnante di lettere, in modo da seguire un iter che possa facilitare il ragazzo nell’anno ‘di mezzo’ della scuola secondaria di primo grado. Secondo una logica che possa scandire anche a livello temporale i diversi momenti dell’apprendimento, l’opera è stata pensata per poter andare, in particolar modo, di pari passo con la normale programmazione di lettere, e non solo. I temi trattati nei singoli testi sono molto attuali (la percezione della diversità, il primo amore e le amicizie, le difficoltà -anche economiche- e la voglia di superarsi, lo spettro dell’abbandono e la simultanea ricerca dell’affettività, il rapporto con la religione, i problemi legati all’adolescenza -l’anoressia, la malattia infantile e la morte di una persona cara, temi forti –certo- da trattarsi in classe, in maniera responsabile, con la certezza di smuovere le coscienze dei ragazzi ed aiutarli a maturare pian piano una propria opinione. Al termine di ogni unità didattica, il ragazzo troverà delle schede di riflessione sulla lingua e sui contenuti a livello concettuale, da poter affrontare in classe con l’insegnante, e poi a casa da solo, in modo da iniziare a mettere alla prova, pian piano, le proprie capacità di analisi e riflessione.