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In questo romanzo, in parte autobiografico, l'autrice, spinta dal desiderio di approfondire la conoscenza delle proprie origini, intraprende un viaggio lungo i fili della memoria esplorando e raccontando una realtà rimasta per molto tempo sepolta, quella delle tristi vicende che nell'immediato dopoguerra portarono ai massacri delle foibe e all'esodo degli italiani dalla Venezia Giulia, dall'Istria e dalla Dalmazia. La narrazione copre un arco temporale di circa sessant'anni: dalla Fiume italiana degli anni Quaranta, alla Rijeka croata dei giorni nostri. I protagonisti, Norma e Gabriele, appartenenti alla comunità italiana di Fiume, vivono la dura esperienza della guerra e dell'occupazione tedesca, vengono perseguitati dal regime comunista di Tito e costretti a lasciare la propria terra per trovare rifugio in un campo profughi in Italia nel quale le loro vite si incontreranno, condividendo, da questo momento in poi, con migliaia di altri italiani in fuga dagli stessi territori nord-orientali, la paradossale condizione di essere “esuli in patria”. La storia si spinge fino a oggi attraverso la voce della narratrice, figlia di esuli, mostrando come il futuro affondi sempre e inesorabilmente le proprie radici nel passato.
Tutti i capitoli sono corredati di un Laboratorio didattico con esercizi finalizzati alla comprensione e alla riflessione sul testo, e alla verifica delle competenze grammaticali e linguistiche acquisite.