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Le Storie di Tucidide possono essere interpretate come una flessione sul tema dell'impero.L'impero esiste perche' Atene domina i mari e senza il dominio dei mari sarebbe sottomessa ai nemici sia dal punto di vista militare sia da quello economico.L' autonomia di Atene finisce per coincidere dunque con il suo impero.Ma altrettanto stretto e' il legame tra impero e democrazia. Infatti sono i piu' poveri che beneficiano dell'impero, perche' sono essi che costituiscono la flotta e e grazie al tributo delle citta' soggette riescono a percepire un reddito.L'impero appare percio' qualcosa di necessario, tanto che, considerate globalmente le Storie, si ha l'impressione che Tucidide voglia illustrare non la perversione dell'imperialismo ateniese prodottasi nel tempo - come spesso si e' detto - ma una deriva per cosi' dire implicita delle premesse.
Il problema dell'impero e' al centro del dialogo tra i Melii e gli Ateniesi, giustamente considerato il testo fondamentale sulle implicazioni e le contraddizioni dell'impero.
Accanto al dialogo,proposto nella sua interezza, nell'antologia curata da Luigi Ferreri vengono commentati un passo del terzo discorso di Pericle, famoso per l'assimilazione avanzata dallo stratega ateniese tra democrazia e tirannide, e alcuni brani relativi alla rivolta, fallita e duramente repressa, di Mitilene, che occupa la prima meta' del libro III.