Il contenuto. Mare clandestino è un racconto «giallo», con tanto di «cattivo» e di audaci iniziative da parte di un ragazzo sveglio e un po’ incosciente, aiutato da un amico fedele, anche se un po’ troppo abile nell’aprire le serrature altrui…
Tutto parte da un porticciolo ligure in cui si dondolano all’ormeggio i piccoli battelli dei turisti che amano il mare. Uno degli scafi attira l’attenzione del giovanissimo protagonista a causa di un’anomalia che soltanto lui sa notare. Da lì, si diparte una pista che i due amici seguiranno sui loro motorini e che li coinvolgerà in una storia, alla fine, più grande di loro. Soltanto la collaborazione con uno dei genitori e, di conseguenza, con un maresciallo dei Carabinieri disposto a dare seriamente credito a un adolescente riuscirà a dipanare la matassa che vede coinvolta, tra gli altri, una meravigliosa ragazzina dagli occhi incantevoli…
L'avventura porta i due protagonisti, e il lettore, a riflettere su di un dramma dei nostri giorni, che si consuma accanto a noi ma che spesso decidiamo di non vedere; i due giovani protagonisti scoprono, non dagli articoli di un giornale o dalle parole di qualche specialista ma dall'esperienza diretta, le ragioni della tristezza profonda e dell'assenza di luce negli occhi di quanti lasciano tutto per migrare in Paesi che spesso riservano loro amare sorprese e impietoso sfruttamento.

Apparati didattici. La sezione finale vuole essere un momento di riflessione sui singoli capitoli e sul romanzo nel suo complesso, per coglierne la trama e i contenuti, per riflettere sui messaggi trasmessi, per arricchire il proprio lessico e la consapevolezza linguistica e, non ultimo, per migliorare la propria abilità di scrittura. Obiettivi di grande significato, cui si tende mediante un approccio semplice e vario, mediante proposte che tengono sempre presente che lo scopo principale di un libro di narrativa è accrescere il piacere della lettura.
In appendice si trovano alcuni approfondimenti per capire il problema di grande attualità nel mondo di oggi costituito dai profughi di guerra o profughi politici, per poter essere in grado di dare delle risposte che non siano superficiali o basate su luoghi comuni e tanto meno su preconcetti o prevenzioni.