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I più antichi filosofi si concentrano soprattutto sull'indagine della realtà naturale, trascurando inizialmente la questione di come tale indagine sia possibile. Ma assai presto l'uomo comincia a fare della conoscenza stessa un oggetto di ricerca. Nasce così la riflessione metodologica, che cerca di individuare le procedure che devono essere messe in atto per acquisire un sapere valido. Il metodo è dunque la via verso la verità, via che l'uomo deve imparare a riconoscere prima ancora di mettersi in cammino su di essa. Nell'età moderna la riflessione metodologica insiste soprattutto sul problema dell'oggettività della conoscenza, cercando di individuare criteri di ricerca e riconoscimento della verità collettivamente accettati. In tale contesto si inserisce la pubblicazione nel 1637 del Discorso sul metodo di Cartesio, che rappresenta non solo il più significativo contributo seicentesco sull'argomento, ma anche un compendio dell'intera filosofia dell'autore e un paradigma della concezione meccanicistica del mondo fisico. È qui presentata, accanto al Discorso, una serie di testi che delineano lo sviluppo del tema del metodo dalla civiltà greca arcaica fino al Novecento, quando, nel contesto della crisi del razionalismo scientifico-filosofico, anche la questione dell'accesso alla verità si fa più problematica.