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Iq e Ox sono due bambini che appartengono alla casta sacerdotale di due popoli nemici, il popolo degli Iq e il popolo degli Ox. Ripudiati dai loro padri, nonché Gran sacerdoti, per essersi dati mutuo soccorso in un momento di pericolo, sono costretti a fuggire per scampare da un crudele castigo e soprattutto da una guerra imminente. Viaggiando senza una meta precisa, in balia delle rapide di un fiume, Iq e Ox scoprono un’isola verdeggiante, piena di frutti e popolata di uccelli. Affamati e alla ricerca del dio del luogo, per farsi istruire sulla nuova condotta da seguire, si imbattono nel terribile proprietario del luogo. Salvi grazie a un albero, incontrano un bambino elefante che insegna loro a sognare e soprattutto a regolarsi da soli, senza i precetti imposti da una divinità o da un Gran sacerdote. Al risveglio dal loro sogno, che li ha visti ambedue protagonisti della stessa storia, Iq e Ox ritrovano i loro padri, sfiniti da una lotta assurda che ha annientato il popolo degli Iq e il popolo degli Ox, ma ancora carichi di odio. Per questo, respingendo qualsiasi proposito di guerra, i bambini impongono ai padri una serena convivenza, governata dal buonsenso e dall’amore. Jean-Claude Grumberg, l’autore di questo testo teatrale, non intende accusare un dio o una religione in particolare, ma invita a riflettere sul pericolo di un’applicazione integrale ed ottusa dei propri principi religiosi. In un’epoca tanto complessa come la nostra, in cui conflitti e restrizioni appartenenti a un tetro passato riemergono, la lettura di questo testo può aiutare i ragazzi a convivere con altri giovani pur di etnie e religioni diverse.