Berlino, autunno 1941. Helga e il fratello Peter vengono abbandonati dalla madre, fanatica nazista, che si arruola nelle SS per consacrare tutta la sua vita alla causa di Hitler. Diventerà una delle più crudeli guardiane del campo di concentramento di Birkenau e rivedrà la figlia, autrice del romanzo, solo altre due volte nella vita. Dopo un primo drammatico incontro trent’anni dopo, dal quale Helga fugge inorridita quando la madre le offre gli ori sottratti agli ebrei, passeranno altri ventisette anni prima di un nuovo avvicinamento. Nel 1998 l’anziana donna è prossima alla morte. Il romanzo è il racconto di quel doloroso incontro, durante il quale l’autrice – che per rifiutare le proprie origini ha anche ripudiato la propria lingua madre – si vede costretta a ricucire quel legame che ha sempre negato. Eppure, rispetto all’assenza, anche quella presenza disonorevole e odiosa è comunque fondamentale, perché costringe la protagonista – e con lei il lettore – a uno sguardo critico, consapevole, obiettivo sulla storia, sia pubblica che privata.

L’AUTRICE
Lasciami andare, madre è la storia di Helga Schneider nel duplice senso della parola: la storia da lei scritta e la sua storia. Nata in Slesia, si è trasferita in Italia nel 1963, cercando di recidere i legami con il passato e le proprie origini. Nel 1944 è entrata nel famoso bunker del Führer, incontrando un «uomo vecchio, dal passo strascicato, con la faccia piena di rughe e la stretta di mano molle e sudaticcia»: Adolf Hitler. Testimone oculare di straordinario valore, ha scritto vari libri sulla propria esperienza, ricevendo numerosi premi. 

IL GENERE
Testimonianza storico-biografica. 

APPARATO DIDATTICO
• Cronologia degli eventi allusi nel romanzo
• Approfondimenti sulla società e la mentalità dell’epoca
• Intervista all’autrice 
• Spunti di discussione critica
• Esercizi di comprensione e riflessione
• Consigli di lettura, ascolto, visione e consultazione web

I TEMI
Shoah.