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I viaggi della speranza
Abdel abita in Marocco e nei giorni limpidi riesce a vedere le coste meridionali della Spagna. Lì comincia l'Europa, e in mezzo c'è lo Stretto di Gibilterra, un tratto di mare che si può attraversare in poche ore. Abdel muore dalla voglia di raggiungere la riva opposta per verificare se è vero quello che raccontano tutti, e cioè che lì si vive molto meglio che nel suo paese, perché si può lavorare, guadagnare e costruirsi un futuro.
Il ragazzo, e come lui centinaia di migliaia di altre persone di tante parti del mondo, si indebita per acquistare un posto su una imbarcazione fatiscente e comincia il suo viaggio della speranza, che troppo spesso si conclude fra le onde, per colpa del mare cattivo, del freddo, della debolezza. Se, malgrado tutto, riesce a toccare terra, il più delle volte viene rinchiuso in un Centro di permanenza temporanea per un paio di mesi e poi rispedito nel suo paese. Oppure si inabissa in una clandestinità fatta di lavori saltuari, delinquenza, disperazione e nostalgia.
Un libro per sapere e per capire
Dietro i numeri e le statistiche dell'immigrazione ci sono uomini e donne, giovani, vecchi, bambini, ognuno con una vita intensa e dolorosa alle spalle. Questo libro, dal quale il regista Marco Tullio Giordana ha tratto l'omonimo film, è nato dall'impulso di trattenere sulla pagina alcune delle loro storie, destinate altrimenti a disperdersi. Storie che fanno riflettere e che ci aiutano a capire una realtà drammatica con cui veniamo in contatto tutti i giorni e della quale continuiamo a sapere troppo poco.