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Il primo capolavoro della narrativa italiana è presentato in un adattamento che lo rende immediatamente fruibile dai giovanissimi lettori della nostra scuola secondaria di primo grado: non solo nella trasposizione in italiano moderno, ma anche in una struttura narrativa unitaria, da cui il titolo dato al libro. Un grande racconto che, mantenendo la “cornice narrativa” dell’opera originaria, narra la vicenda dei dieci giovani, sette ragazze e tre ragazzi, che, per sfuggire alla “peste nera”, lasciano Firenze e si rifugiano in collina, dove trascorrono piacevolmente il tempo cantando, danzando e raccontandosi novelle. Di queste novelle sono state selezionate quindici, tra le più belle e adatte alla lettura dei ragazzi, le quali, come tasselli di un unico mosaico narrativo, raccontano il vivace mondo delle operose città italiane del Trecento, nelle cui piazze e stradine, fra ricchi palazzi ed umili case, fra botteghe e locande, fra torri e chiese, si muove una variopinta folla di mercanti, gentiluomini, giovani innamorati, amici burloni e sciocchi creduloni. Il libro si mantiene quindi fedele allo spirito originario del “Decameron”, nelle pagine del qualeGiovanni Boccaccio ha descritto con realismo la società del suo tempo, e nonmancherà di appassionare i giovani lettori di oggi, ora divertendoli con vicende di burle, ora avvincendoli
con racconti avventurosi, ora commuovendoli con storie d’amore. Ma il capolavoro del Boccaccio non invita soltanto ad un piacevole viaggio con l’immaginazione nella società mercantile del Trecento: è un’opera così ricca d’umanità da suggerire anche spunti di riflessione sulla “nostra” società. Non a caso, ogni novella, oltre ad essere corredata di un ricco apparato di schede didattiche, è seguita da interessanti schede di approfondimento sia di aspetti della società medievale (“C’era una volta, al tempo del Decameron…”) come, ad esempio, la struttura delle città, le abitazioni, il cibo, l’abbigliamento, la condizione della donna; sia di problemi del nostro tempo (“Attualizziamo la novella”), come la criminalità, i migranti, l’emancipazione della donna, l’importanza della cultura, il divismo televisivo e molti altri ancora. Infine, in appendice, un “focus” richiama l’attenzione sull’evoluzione della lingua italiana dal latino e dal “volgare fiorentino” e, allo scopo di suggerire interessanti confronti, presenta una novella, già proposta nel libro in italianomoderno, anche nella versione originaria in volgare, ovviamente con opportune note esplicative per facilitarne la comprensione.