La palestra scolastica è un ambiente molto particolare, dove si gioca e si lavora. Coloro che per abitudine culturale tendono a contrapporre i termini gioco e lavoro, faticano a comprendere la particolarità della didattica in palestra. In palestra l’allievo si diverte e impara. Tra le due realtà non c’è contrapposizione perché in palestra l’allievo è intero.
In primo luogo va considerato l’aspetto educativo-relazionale, che è il più noto e usualmente abbinato all’attività in palestra. In palestra si sperimenta la collaborazione, si applicano operativamente le regole, si comprende il valore del confronto leale con l’avversario.
Poi vi è l’aspetto cognitivo, meno noto alla grande maggioranza ma ugualmente importante nel percorso di sviluppo della personalità dell’allievo. Il cervello è sempre uno; non c’è un cervello che pensa l’aritmetica e un cervello preposto all’organizzazione del movimento.
Infine vi è l’aspetto motorio, che è l’oggetto stesso della materia e che, in realtà, comprende sempre anche i due aspetti prima citati. Sì perchè muovendosi e imparando nuovi gesti, l’allievo attiva il percorso emozionale del confronto con la difficoltà; sperimenta il percorso neuronale degli input sensoriali che porteranno al gesto coordinato; si confronta con l’errore e l’insuccesso.